Pubblichiamo di seguito il contributo di Luca Calianno (laureato magistrale in economia all’Università di Bologna), vincitore di una menzione d’onore nell’edizione 2023 della Tortuga Call for Policy Papers. La Tortuga Call for Policy Papers è il concorso di policy brief lanciato da Tortuga e rivolto a studenti e studentesse di magistrale e ultimo anno di triennale, e giovani ricercatori e ricercatrici. L’obiettivo è individuare alcune proposte di policy di potenziale impatto per lo scenario italiano e raccogliere idee dalle nuove generazioni.


Sintesi

  • Nell’ottobre 2018, la tempesta Vaia ha colpito il Nord Italia. Solo in Veneto e Trentino- Alto Adige i danni stimati superano i due miliardi di euro. A cinque anni da questo evento i danni sono ancora notevoli.
  • I media e l’opinione pubblica si sono preoccupati di quantificare i costi della tempesta, spesso senza guardare a cosa si può fare per essere pronti alla prossima catastrofe naturale.
  • Il nostro policy report, presentato alla Tortuga Call for Policy Papers 2023, cerca di analizzare proattivamente le conseguenze della tempesta.
  • I risultati dell’analisi mostrano come le imprese di piccole dimensioni sono state quelle più fortemente colpite dalla tempesta, anche a causa delle difficoltà che queste imprese hanno nell’attrarre capitali e aiuti finanziari a seguito della tempesta.

Ma cos’è questa tempesta Vaia?

Nel 2018, il Nord Italia ha affrontato la tempesta più dannosa dagli anni ’70, la Tempesta Vaia, che ha lasciato dietro di sé un’ampia scia di distruzione, specialmente in Trentino-Alto Adige e Veneto.

La tempesta ha avuto conseguenze che vanno ben oltre la pioggia e il vento: sono stati rasi al suolo boschi nella loro interezza, vi sono stati danni a infrastrutture e mezzi di comunicazione, sono state alluvionate molte aree della pianura padana. I danni stimati della tempesta sono stati di 1,7 miliardi in Veneto, 250 milioni di euro in Trentino, 85 milioni di euro in Alto Adige

Quali sono stati i danni di questa tempesta sulle imprese?

Utilizzando i dati dell’AIDA – Bureau van Dijk, il dataset che contiene informazioni dettagliate su tutte le imprese italiane costituite in forma societaria, e sfruttando la variazione dell’intensità della tempesta tra i comuni, è possibile stimare in modo accurato gli effetti di un ciclone diffuso come Vaia. Il dataset offre la possibilità di misurare due tipi di aiuti finanziari: gli introiti di capitale (misurati come aumento dei ricavi provenienti da altre fonti) e lo sgravio fiscale (misurato come la diminuzione delle tasse pagate).

Utilizzando i dati messi a disposizione dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, definiamo come danneggiate dalla tempesta quelle imprese localizzate in un comune in cui almeno una parte del suo territorio ha avuto un’incidenza di danno superiore al 70%. Il campione utilizzato per l’analisi comprende tutte le imprese di capitali situate nelle province in cui almeno un comune è stato danneggiato dalla tempesta Vaia (Como, Sondrio, Bergamo, Brescia, Bolzano, Trento, Verona, Vicenza, Belluno, Treviso, Udine, Pordenone, Lecco).

I risultati dell’analisi mostrano che il ciclone, in media, non ha avuto alcun impatto sui ricavi, sugli utili e sui salari delle società di capitali. Tuttavia, si nota un piccolo effetto negativo sulla Produttività Totale dei Fattori (TFP). Questi risultati possono essere spiegati dagli effetti di compensazione che avvengono tra aziende con diverse caratteristiche. In altre parole, mentre un gruppo di imprese è stato impattato negativamente, un altro ha visto aumentare i suoi ricavi a seguito della tempesta.

Le differenze tra le aziende sono determinate da tre fattori: dimensione dell’impresa, posizione geografica e capacità di attrarre aiuti finanziari.

1. Dimensione

Un’impresa di grandi dimensioni ha una struttura organizzativa complessa, molta più esperienza e capacità di gestire una crisi inaspettata. L’analisi mostra che le piccole imprese subiscono le conseguenze negative del ciclone, mentre le imprese di medie e grandi dimensioni godono di un significativo aumento dei ricavi, degli utili e della TFP, grazie ai maggiori aiuti finanziari che ricevono.

Inoltre, va notato, che il campione utilizzato per l’analisi non è rappresentativo della popolazione delle imprese italiane (la dimensione media del campione è di 11 dipendenti rispetto ai 4 dipendenti delle imprese italiane). Visto che nell’analisi viene utilizzato un campione di sole imprese di capitali, che sono in media di maggiori dimensioni, e dal momento che l’analisi evidenzia come siano state le piccole e medie imprese a subire maggiormente i danni della tempesta, è probabile che, effettuando un’analisi su un campione rappresentativo della popolazione delle imprese italiane, si trovi un effetto medio negativo della tempesta.

2. Posizione geografica

L’analisi mostra inoltre che la situazione economica delle imprese situate nelle regioni autonome (Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia), generalmente caratterizzate da maggiore flessibilità amministrativa e istituzioni più forti, non è peggiorata. Invece, le aziende nelle altre regioni (Veneto e Lombardia) hanno avuto prestazioni negative. Le imprese che si trovano nelle regioni autonome, con servizi migliori, infrastrutture resilienti e più fondi dedicati a questo tipo di situazioni, è probabile siano capaci di riorganizzarsi più velocemente.

3. Aiuti finanziari

L’analisi ha evidenziato l’importanza degli aiuti finanziari, come sovvenzioni e detrazioni fiscali, che possono aver aiutato le imprese a superare lo shock della tempesta. Ad esempio, le risorse finanziarie possono essere utilizzate per ripristinare il capitale danneggiato ed effettuare nuovi investimenti.

Essi sono uno strumento politico importante che può migliorare la resilienza delle imprese ai disastri naturali. Come già mostrato nella letteratura economica, l’analisi ha evidenziato inoltre che le forti differenze nell’accesso a questi aiuti hanno provocato la chiusura di molte piccole e medie imprese a seguito della tempesta.

Cosa fare nel futuro

Per rispondere all’aumento del numero e intensità delle catastrofi naturali dobbiamo essere pronti ad intervenire e supportare tutto il sistema produttivo italiano. Questo articolo vuole essere uno spunto di riflessione per il lettore su come possiamo utilizzare vari strumenti di policy, come gli aiuti finanziari, per aiutare le piccole e medie imprese ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico.

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