Rapporto tra inclusione LGBTQIA+ e sviluppo economico locale – in collaborazione con EDGE e con il sostegno di SACE

Questo Report esplora l’interazione tra livello di inclusione delle persone LGBTQIA+ e sviluppo socio-economico. Le evidenze prodotte, basate sull’analisi di dati ISTAT e del European Social Survey, segnalano un importante inclusion divide in Italia e una forte correlazione tra inclusione LGBTQIA+ e sviluppo dei territori italiani ed europei. Inoltre, a parità di condizioni socio-economiche, i territori più inclusivi beneficiano di un “premio” in termini di attrattività.

Le evidenze sono confermate e rafforzate dai dati più recenti, oggetto di approfondimento in questa seconda versione del Report a otto anni dall’introduzione delle unioni civili in Italia. Allo studio economico si affianca ora una sentiment analysis, utile a comprendere la natura del dibattito online, che arricchisce la fotografia dell’inclusione LGBTQIA+ nei territori italiani di un ulteriore strumento di analisi sociale.

Il contributo innovativo di questo Report nello studio dell’inclusione LGBTI+ in Italia

Il rapporto tra inclusione delle minoranze e sviluppo economico è stato oggetto di studio in economia e nelle scienze sociali a partire dal contributo seminale di Becker (1971). Nel corso degli anni, numerose ricerche hanno approfondito sia le dinamiche di inclusione in sé, focalizzandosi sulle diverse minoranze, sia l’interazione tra inclusione, tolleranza, creatività e sviluppo socio-economico delle aziende e dei territori (a riguardo, particolare rilievo hanno avuto le ricerche di Tinagli & Florida, 2004; 2005).

Questo Report si concentra sulle persone LGBTQIA+ e sui territori italiani, fornendo un importante contributo innovativo:

  1. Sviluppo di un indice di inclusione LGBTQIA+ nei territori italiani, basato sulla distribuzione delle unioni civili. L’indice è significativo per una misurazione granulare del fenomeno dell’inclusione e più robusto delle misure adottate in passato (fortemente influenzate da fenomeni di auto-selezione del campione);
  2. Arricchimento dell’unità di analisi a livello geografico, grazie all’utilizzo dei sistemi locali del lavoro (SLL) di ISTAT. L’analisi a livello di SLL risulta maggiormente idonea, ad esempio di quella a livello provinciale o regionale, a discernere tra gradi differenti di inclusione in territori attigui ma eterogenei sotto il profilo dell’inclusione LGBTQIA+;
  3. Completamento dell’analisi economica con una sentiment analysisdel dibattito online, dunque un’analisi sociale. L’impiego di metodologie di natural language processing su dati Twitter consente di individuare i territori in cui il discorso pubblico è più o meno favorevole alle persone LGBTQIA+ e dove si manifesta nei termini di un “discorso d’odio”.

Il Report restituisce così una fotografia accurata, granulare e particolarmente approfondita del grado di inclusione LGBTQIA+ nei territori italiani.

La fotografia più recente mostra un rafforzamento di alcuni aspetti già emersi nei dati del 2016: esiste un importante inclusion divide tra Nord, Centro e Sud Italia; si conferma una significativa eterogeneità fra SLL limitrofi, che ribadisce l’importanza dell’impiego di questa unità di ananlisi rispetto all’aggregazione a livello provinciale o regionale.

Inclusione LGBTQIA+, sviluppo socio-economico dei territori italiani e loro attrattività

Esiste una chiara correlazione tra inclusione LGBTQIA+ e indicatori di sviluppo socio-economico:

  1. Il coefficiente maggiore è tra inclusione e reddito. Inoltre, i territori più inclusivi sono quelli con minore disuguaglianza;
  2. Quanto alle variabili di demografia, emerge una correlazione negativa tra inclusione e tasso di giovani in famiglia;
  3. L’inclusione LGBTI+ è infine correlata positivamente con il tasso di attività e il tasso di occupazione, negativamente con la disoccupazione.

Le correlazioni non implicano causalità. Per arricchire l’analisi è quindi svolta un’analisi dei residui, tecnica econometrica che ha consentito di verificare in questo Report il rapporto tra inclusione LGBTQIA+ e attrattività dei territori, in senso più specifico e cioè isolando la componente dell’attrattività dalle variabili socio-economiche.

L’analisi conferma che esiste un premio in termini di attrattività (numero di iscritti a un SLL) per i territori più inclusivi verso le persone LGBTQIA+, non riconducibile alle altre variabili più generiche di sviluppo socio-economico. Inoltre, la rilevanza di questo premio è più che raddoppiata dal 2017 a oggi.

Rapporto tra inclusione LGBTQIA+ e sviluppo socio-economico a livello europeo

I risultati italiani sono confermati dall’analisi empirica su dati europei, con alcune evidenze importanti derivanti dall’osservazione dei trend storici dal 2002 a oggi:

  1. L’Europa centrale e l’Europa settentrionale sono le aree più inclusive verso le persone LGBTQIA+;
  2. Nell’Europa meridionale, Spagna, Portogallo e Grecia mostrano un trend di aumento dell’inclusione; più stabile l’Italia;
  3. Nella prospettiva europea, peraltro, le macro-regioni italiane appaiono tra loro allineate e su livelli di inclusione tra i più bassi in Europa;
  4. Polonia e Ungheria si distinguono per un trend e livelli di inclusione particolarmente bassi.

L’analisi sui dati europei conferma la correlazione tra inclusione LGBTQIA+ e sviluppo socio-economico e rafforza le evidenze del Report, grazie a un’analisi paneuropea e longitudinale.

Cliccando sul tasto qui sotto è possibile scaricare il report completo.

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