Questo report è stato scritto dal Think-Tank Tortuga.

In particolare, hanno collaborato alla sua stesura: Elia Bidut e Luca Bertoni

Introduzione

Negli ultimi giorni il tema dell’energia nucleare è tornato al centro del dibattito nazionale e internazionale. Se in Italia siamo ancora a uno stadio embrionale della discussione con le dichiarazioni di potenziale apertura all’energia atomica del Ministro Cingolani, Francia e UK hanno fatto passi molto più concreti. Il Regno Unito investirà 500 milioni di sterline nel nucleare come parte integrante del piano energetico Net Zero che mira alla neutralità carbonica entro il 2050, mentre Macron in Francia ha posto il nucleare al centro della politica energetica nella campagna per la rielezione all’Eliseo.

Nello specifico, Macron intende aprire centrali di nuova generazione per rinnovare gli impianti francesi costruiti prevalentemente tra il 1970 e il 1980. Il nucleare anima anche le discussioni europee visto l’accesa diatriba tra paesi pro e contro a far rientrare l’energia atomica tra le forme di investimento classificate come sostenibili, con significative ripercussioni per il campo degli investimenti pubblici e privati nei decenni futuri.

Il dibattito si è acceso contestualmente all’espandersi di una crisi energetica nel Vecchio Continente, trainata dall’aumento del prezzo del gas con forti incrementi nei costi dell’elettricità per imprese e privati. Da questo punto di vista, l’energia nucleare ha dimostrato di essere un elemento efficace nel garantire la sicurezza energetica di un paese (cioè, per definizione, nel garantire energia in modo continuativo e a un prezzo accessibile). Per esempio, la Francia – che produce il 70% dell’ elettricità con il nucleare – ha subito in modo minore gli impatti della crisi energetica odierna. Un altro tassello importante per contestualizzare il dibattito sul nucleare riguarda gli impegni che i paesi europei hanno preso per tagliare del 55% le emissioni entro il 2030 ed azzerarle entro il 2050.

Tali obiettivi richiedono un profondo cambiamento del sistema energetico, e – come mostra un report della International Energy Agency (Iea) – centrare questi obiettivi senza ulteriori investimenti nel nucleare costerebbe molto di più in termini economici e sociali.

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