Hanno lavorato al report:
Sergio Inferrera (capo-progetto), Enrico Cavallotti, Matteo Ficarra, Emma Paladino, Costanza Hippoliti

Executive summary

Dopo oltre un anno e mezzo di pandemia, milioni di studenti e studentesse italiane stanno finalmente tornando in aula. Per 18 mesi ragazzi e ragazze hanno vissuto la scuola tra le quattro pareti delle loro stanze, di fronte a uno schermo, senza la possibilità di interagire tra loro e con gli insegnanti.

Qual è stato l’impatto della Dad sugli studenti? Come ha influenzato i loro risultati all’università? La letteratura economica ha evidenziato come la Dad garantisce un livello dell’insegnamento di minore qualità (Valentine, 2002). Più recentemente, diversi studi che paragonano il metodo di insegnamento in presenza con quello a distanza hanno riscontrato un effetto negativo della Dad sulle performance degli studenti (Alpert et al., 2016; Bettinger et al., 2017; Cacault et al., 2020). Tale impatto, inoltre, sembra essere fortemente eterogeneo: la Dad è meno efficace per gli studenti meno abili e provenienti da situazioni socioeconomiche più svantaggiate.

Abbiamo raccolto dei dati su un campione di 350 studenti che hanno concluso le superiori in Dad, e che sono ora iscritti al primo anno di università. È importante capire quali siano state le principali criticità in questo ultimo anno e mezzo per gli studenti: senza dati, è difficile intervenire in maniera efficace ed efficiente per arginare le potenziali conseguenze negative del periodo trascorso in Dad.

Il divario digitale risulta essere una delle maggiori problematiche, specialmente per gli studenti più svantaggiati. La mancanza di un dispositivo e di una connessione adeguati sono le cause principali del ritardo nell’adozione della Dad nel marzo 2020, e due delle difficoltà segnalate con più frequenza dagli intervistati. In linea con la letteratura, c’è eterogeneità nei risultati: il 70% degli studenti appartenenti al gruppo socioeconomico più basso lamentano problemi di connessione, contro il 50% degli studenti di status socioeconomico elevato.

La percentuale di studenti che hanno seguito le lezioni sul cellulare è più alta nel gruppo socioeconomico basso. I cellulari non sono tra gli strumenti più efficaci per seguire la Dad, e non stupisce che chi si è trovato ad utilizzarli nell’ultimo periodo delle superiori ritenga più spesso che le proprie performance siano peggiorate all’università. Chi ha seguito le lezioni sul cellulare, inoltre, ha diminuito il proprio impegno scolastico (in termini di ore di studio individuale) di più rispetto a chi ha utilizzato tablet e pc.

La Dad ha avuto un impatto devastante dal punto di vista psicologico. Il 29% degli intervistati ha dichiarato di aver rinviato la partecipazione alla Dad nel marzo 2020 per problemi di concentrazione. La mancanza di motivazione e i problemi di concentrazione sono inoltre le principali problematiche riscontrate dagli intervistati sia durante le superiori che all’università. Anche qui, l’impatto è maggiore tra gli studenti più svantaggiati: il 73% dichiara di aver sofferto di scarsa motivazione e l’80% lamenta problemi di concentrazione, contro il 65% e il 63% degli studenti del gruppo socioeconomico più alto.

La percentuale di ore seguite in Dad dagli studenti è mediamente alta, ma al nord sono state offerte più ore di lezione rispetto al centro e al sud. Circa l’80% degli intervistati indica di aver frequentato oltre il 75% delle lezioni offerte, in maniera omogenea su tutto il territorio. Tuttavia, il nord è l’unica zona in cui oltre il 60% degli intervistati riporta di aver ricevuto più del 75% delle ore scolastiche settimanali in Dad. Al sud e al centro il numero di intervistati che dichiara di aver ricevuto oltre il 75% delle ore previste in Dad diminuisce di circa 10 punti percentuali, mentre aumentano gli studenti che dichiarano un range compreso tra il 25% e il 50%: al centro questi rappresentano oltre il 10% del gruppo e al sud raggiungono quasi il 20%.

Chi ha seguito con maggiore frequenza la Dad ha ottenuto risultati migliori nel primo semestre universitario. L’evidenza statistica della nostra analisi è chiara e statisticamente significativa: a parità di condizioni di partenza (provenienza geografica, status socioeconomico, voto di maturità, ecc.), a un aumento dell’1% delle ore seguite corrisponde un aumento del 18,1% nella performance universitaria. Gli studenti meno abili, inoltre, sono quelli che hanno seguito in percentuale meno ore in Dad, e che più spesso fanno registrare risultati universitari non eccellenti: la Dad potrebbe dunque aver aumentato un divario già esistente prima dello scoppio della pandemia!

Non è tuttavia troppo tardi per limitare i danni di 18 mesi di didattica a distanza. Abbiamo individuato tre macro-aree di intervento per correggere, o quantomeno frenare, le distorsioni create dalla pandemia. Proponiamo delle semplici iniziative di policy che si dividono in tre filoni diversi: i) digital divide; ii) impatto psicologico; iii) disuguaglianze nell’apprendimento. Per ciascuna macro-area, le iniziative proposte sono pensate per iniziare ad affrontare le problematiche emerse dalla nostra analisi.

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