Hanno lavorato a questo report: Francesco Armillei ed Enrico Cavallotti. Con la collaborazione di Luisa Pomarici.

Executive Summary

Il 20 e 21 settembre scorso sono stati chiamati al voto per il referendum costituzionale circa 47 milioni di italiani. Di questi, quasi 6 milioni hanno avuto la possibilità di recarsi alle urne anche per il rinnovo di sindaci e giunte comunali e 750.000 per le elezioni suppletive dei seggi vacanti al Senato. In passato si è quasi sempre cercato di evitare simili accorpamenti, in modo da non influenzare in alcun modo un voto così delicato come quello referendario. Poter accorpare diverse elezioni, d’altra parte, significa allo stesso tempo un consistente taglio dei costi per le tasche pubbliche e minori interruzioni delle attività didattiche (essendo i seggi tradizionalmente allestiti nelle scuole nel nostro paese). Secondo alcune stime, si tratta di circa 200-300 milioni per tornata elettorale.

Quest’anno, l’emergenza relativa a COVID-19 ha reso inevitabile l’accorpamento per il referendum relativo al taglio dei parlamentari. Quali sono dunque gli impatti reali di una simile coincidenza in termini di affluenza e preferenze espresse? Proprio l’evento di quest’anno può aiutare a far luce su questa domanda.

Il presente brief report raccoglie e amplia due articoli scritti da Tortuga (qui e qui) sul tema, integrandoli con una presentazione del contesto storico-politico.

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