Il piano, frutto del lavoro di 48 realtà giovanili italiane, è stato presentato al Presidente del Consiglio e al Governo venerdì 18 settembre 2020

La pandemia Covid-19 e la conseguente crisi socioeconomica hanno reso ancor più evidente la profonda disuguaglianza generazionale che affligge l’Italia: le nuove generazioni si trovano di fronte prospettive sconfortanti e incerte sul futuro.

Già in epoca pre-Covid, l’Italia non brillava per numero di inattivi o per tasso di occupazione giovanile, e la crisi sanitaria ha senza dubbio peggiorato questo quadro. Le istanze di giovani e non per riportare al centro dell’attenzione temi quali gli investimenti nella scuola e nella ricerca, l’occupazione giovanile, la necessità di uno sviluppo che metta al centro sostenibilità e innovazione, sono spesso state messe in secondo piano. Inoltre, a queste voci non è stata data l’importanza e l’ascolto che meritano: il risultato è evidente nelle poche politiche che abbracciano una visione di lungo periodo per il Paese. Oggi ci troviamo dinanzi una fase di transizione che, se sfruttata con coraggio e lungimiranza, potrebbe riservare nuove opportunità e riportare al centro dell’attenzione temi che stanno a cuore ai giovani e, soprattutto, sono centrali per il futuro dell’Italia. È fondamentale, dunque, fare in modo che questa fase di ricostruzione rappresenti un salto di qualità tangibile, un’occasione per mettere il futuro nelle mani di coloro che ne saranno i protagonisti: è giunto il momento di portare i giovani al centro del dibattito e dell’agenda politica e renderli parte attiva nel processo decisionale di quelle scelte che avranno un impatto sul loro futuro.

Questo cambiamento deve essere strutturale e deve coinvolgere in modo inclusivo e dirompente i giovani, studenti e lavoratori, da Nord a Sud, “expat” e non. Ad aprile, mentre l’Italia affrontava il picco dell’emergenza sanitaria ripetevamo #andràtuttobene come un mantra. Tanti di noi si sono chiesti in che modo dare una mano e, nel loro piccolo, contribuire ed essere protagonisti delle sfide economiche e sociali che avrebbero accompagnato inevitabilmente la ripartenza.

Questa voglia di dimostrare al Paese che noi giovani ci siamo, ha dato vita a tante iniziative virtuali che hanno condiviso la stessa volontà di attivare il cambiamento. Queste iniziative sono nate dal nostro impellente bisogno di far sentire la nostra voce, costruire un dialogo con figure autorevoli e partecipare al rilancio dell’Italia creando degli spazi dove riunirci, fare squadra e progettare proposte concrete. Queste iniziative ci hanno dimostrato che possiamo contare sulla fiducia e sulla grande disponibilità al dialogo di accademici, professionisti e imprenditori, pronti ad accogliere le nostre istanze per darci lo spazio che ci meritiamo. Ci siamo resi conto, inoltre, della necessità di costruire una rete più salda ed estesa e raccogliere il contributo di tutti i giovani, un bacino fondamentale per porre le basi di un’Italia più inclusiva, sostenibile, innovativa.

Il segnale dato dal Governo, ricevendo i rappresentanti del Consiglio Nazionale Giovani agli Stati Generali dell’economia che si sono svolti a Villa Pamphili a partire dal 13 giugno scorso, costituisce un piccolo passo avanti rispetto a un dibattito politico poco inclusivo e che non ci considerava, come generazione, un portatore d’interesse fondamentale.

Ci siamo resi conto, dunque, che per ricavare uno spazio in questo dibattito è necessario un canale di comunicazione e coordinamento, un amplificatore dell’energia di tutte le realtà giovanili italiane, uno spazio dove incontrarsi, discutere e disegnare insieme idee e proposte: nasce così la Rete Giovani 2021.

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