Questo Report è stato scritto in collaborazione con Algebris Policy & Research Forum – APRF.

A cura di Jacopo Bassetto, Francesco Filippucci, Edoardo Magalini, Filippo Passerini, Sara Rabino – Maggio 2019

Sommario non tecnico

– Il fenomeno della “fuga dei cervelli’ non è inusuale, ed è tipicamente legato alla maggiore remunerazione delle proprie abilità nelle economie piu’ sviluppate. Le migrazioni in generale, inclusa quelle dei lavoratori qualificati, sono in forte crescita negli ultimi decenni, non solo in Italia. Tuttavia, nel nostro paese abbiamo osservato, a partire dalla crisi del 2009, un vero e proprio boom emigratorio, in particolare di individui muniti di laurea o un titolo di studio più avanzato.

– Secondo la letteratura economica, l’emigrazione altamente qualificata ha effetti economici parzialmente negativi sul paese di partenza, che rischia di “peredere” una parte del suo investimento in capitale umano, mentre l’immigrazione dei cervelli ha effetti positivi sul paese di arrivo.

– L’analisi dei dati raccolti permette di osservare nei dettagli il fenomeno della fuga dei cervelli. È in crescita l’emigrazione in particolare dei cittadini con laurea specialistica e con competenze che soffrono di mancanza di opportunità nel nostro paese. Emigrano in proporzione maggiore i laureati in discipline scientifiche, gli uomini, i cittadini provenienti dalle università del nord e con un background economico favorevole, coloro che svolgono attività ad elevata specializzazione.

– Politicamente, l’arrivo dei cervelli in fuga è associato ad minore sostegno ai partiti nazionalisti nel paese di arrivo, al contrario dell’immigrazione poco qualificata e dell’immigrazione in generale. Nei paesi di provenienza, la partenza dei cervelli indebolisce il sostegno alle politiche progressiste. Coloro che emigrano sono infatti più propensi a sostenere l’Unione Europea e a considerare positivamente l’immigrazione.

– Cosa può fare la politica per gestire la fuga dei cervelli e trasformarla in opportunità? Ad oggi, la misura principale è stata l’introduzione di sgravi fiscali per i cervelli che rientrano, assieme a qualche piccolo tentativo di sostenere le assunzione di eccellenze in Italia. Da un lato, affrontare il problema della fuga dei cervelli significa affrontare i problemi strutturali della nostra economia, dall’altro formuliamo alcune proposte di facile implementazione: un sistema di sgravi meno esposto a distorsioni, sponsorizzazioni condizionate, promozione della partecipazione ai meccanismi di reclutamento internazionali da parte degli enti pubblici, e riconoscimento bilaterale dei titoli di studio.

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