Ricchezza e (im)mobilità sociale tra le generazioni in Italia

L’Italia affronta oggi una sfida cruciale legata alla crescente disuguaglianza nel trasferimento della ricchezza tra generazioni, una questione aggravata ulteriormente da profonde disparità socioeconomiche. Il paese presenta una delle mobilità sociali più basse tra quelli dell’area OCSE, con una forte influenza del contesto familiare sul futuro economico degli individui. Infatti, il livello di elasticità intergenerazionale del reddito è pari a 0,5, segno evidente che nascere in una famiglia benestante o in una con meno risorse determina significativamente le opportunità economiche future.

La distribuzione della ricchezza in Italia è fortemente sbilanciata: il 10% più ricco possiede addirittura il 60% della ricchezza nazionale, mentre la metà più povera della popolazione detiene appena il 7,4%. Negli ultimi dieci anni questa disparità si è accentuata ulteriormente, con la quota del 10% più benestante cresciuta di 7 punti percentuali, una velocità doppia rispetto alla media europea.

Un altro fattore preoccupante riguarda le differenze tra generazioni. Le generazioni più giovani, Millennials e Generazione Z, possiedono livelli di patrimonio significativamente più bassi rispetto alle generazioni precedenti, Generazione X e Baby Boomers, alla stessa età. La stagnazione economica e la mancanza di crescita dei salari reali hanno fortemente contribuito a questa situazione. Il problema rischia di aggravarsi ulteriormente, considerando che entro il 2045 avverrà un enorme trasferimento intergenerazionale di ricchezza stimato in circa 6.486 miliardi di euro.

Dal punto di vista fiscale, applicando la legislazione vigente, si prevede un gettito fiscale complessivo di circa 50 miliardi di euro entro il 2045, con una media di 2,4 miliardi l’anno. Applicando invece uno schema di tassazione come quello attualmente adottato in Francia, Germania o Regno Unito il gettito potrebbe salire di almeno 17 miliardi. Queste risorse potrebbero essere strategicamente reinvestite per ridurre le disuguaglianze, migliorando l’accesso a istruzione di qualità, assistenza sanitaria e opportunità lavorative.

Noi proponiamo di aumentare leggermente l’imposta di successione per i grandi patrimoni, portandola agli standard europei. Questa misura non impatterebbe negativamente sulle famiglie con questi ingenti patrimoni, ma contribuirebbe a promuovere l’equità sociale. Chiaramente queste misure servirebbero alla riduzione della tassazione sui redditi oppure porterebbero capitale da investire in settori come la sanità, l’istruzione e anche la sicurezza portando benefici concreti e duraturi all’intera società.

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